Gli effetti
del virus sull’attività economica sono sia diretti sia indiretti. I primi riguardano le perdite economiche
che sono derivate dalle limitazioni di spostamento delle persone e dalle
chiusure di esercizi commerciali, di molte attività dei servizi, ma anche di
aziende che avevano la necessità di mettere in sicurezza i lavoratori. I secondi sono invece legati alla durata della crisi sanitaria e alla sua estensione a livello globale, e riguardano la scarsità di beni intermedi che possono causare danni alle catene del valore, con le imprese dell’indotto che subiscono le conseguenze del blocco di produzioni di altre imprese; |
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i fallimenti delle imprese o la riduzione del personale lavorativo, che riducono il reddito disponibile e quindi la spesa per i consumi; il calo della domanda internazionale, che riduce le esportazioni e quindi la produzione interna. C’è chi ha chiuso la propria attività e non l’ha più riaperta, chi è stato travolto dalle difficoltà economiche e chi ha perso i propri cari: in questi mesi l'emergenza da Coronavirus ha delineato una situazione critica, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale. Disoccupazione, aumento delle disuguaglianze e crisi di numerosi settori: sono questi gli effetti drammatici causati dalla pandemia. In questi mesi la pandemia ha provocato un grande calo nell’economia mondiale, ma in particolare nel nostro Paese: in meno di un anno ci sono state inedite condizioni di lavoro e la conseguente crisi di moltissimi settori.
La Banca mondiale stima che la pandemia
da Covid-19 ha dato vita ad una delle peggiori recessioni economiche
dal 1870, portando un aumento dei livelli di povertà. L’economia
mondiale subirà alla fine di quest’anno un preoccupante calo del PIL del 90
%. Ciò ha portato i governi dei principali paesi, ad approvare ingenti
misure di sostegno al reddito di famiglie e imprese, che tuttavia
non hanno impedito di avere delle conseguenze devastanti in termini di
disoccupazione e contrazioni dei mercati. La perdita cumulata per l’economia
mondiale, rispetto alle previsioni di crescita se non ci fosse stata la
pandemia, ammonta a 11mila miliardi di dollari nel biennio
2020-21 e raggiungerà la somma di 28mila miliardi nel periodo
2020-25. La ripresa economica risulta al momento molto fragile: in questi mesi
di emergenza durissimo è stato l’impatto sulle imprese. Il Fondo Monetario
Internazionale attesta che nella prima fase della pandemia si è assistito
ad una sospensione delle attività del ben 45% e
oltre il 70% delle imprese, che hanno registrato una riduzione
significativa del proprio fatturato rispetto all’anno precedente. Ad
essere particolarmente colpite dall’attuale crisi sono specialmente le piccole
e medie imprese, che rappresentano la linfa vitale del tessuto economico
italiano. Il mercato del lavoro è al momento fortemente
danneggiato dalle conseguenze del Covid. Il tasso di occupazione della
fascia 15-64 anni è salito al 58,9% solo nei primi due mesi
dell’anno. In marzo, la diminuzione degli occupati ha riguardato soprattutto i
dipendenti a termine e in parte gli indipendenti, mentre nei mesi successivi ha
coinvolto tutte le categorie di lavoratori.
Questi dati confermano un preoccupante calo degli occupati,
che ha interessato in particolare i più giovani e le donne, i lavoratori considerati più
fragili. La riduzione è più accentuata per le donne (-1,5% solo
nel mese di aprile), in confronto agli uomini, perché concentrate
maggiormente nel terziario, |
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in
particolare nei settori per i quali il periodo di lockdown è stato più
prolungato. Per la prima volta da due decenni aumenta l’incidenza della povertà
estrema e si rischia così di cancellare i progressi fatti negli
ultimi anni per risollevare gli strati più bisognosi della popolazione.
V.V.
classe 3 N
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